
Infiniti abiti, zero ingombro: un sogno?

Di Arianna De Biasi
Molti di voi conosceranno già la pagina facebook: “Te lo regalo se vieni a prenderlo” diffondendo questa iniziativa possiamo contribuire non solo alla cultura del dono, ma anche alla riduzione dei rifiuti. Presente in molte città Italiane, consente di regalare ciò che non si utilizza più, per il desiderio di donare a qualcun altro qualcosa di utile oppure come tentativo di dare nuova vita a un oggetto prima di farlo diventare un rifiuto. Ho utilizzato tante volte con successo questa pagina. Dovete iscrivervi al gruppo della vostra città e leggere le istruzioni che vi appariranno sulla pagina solo dopo l’accettazione. A parte per oggetti nuovi o quasi nuovi che col cuore tanti decidono di donare, la trovo molto utile ed efficace soprattutto nel caso di oggetti “all’ultimo stadio”: ciò che è in buono stato o che necessita piccole riparazioni è più facile passarlo nella cerchia di parenti e amici, ma in altri casi o nel caso di materie prime non è sempre così semplice. Non è raro infatti trovare annunci con la dicitura “regalo…. per riciclo creativo”. Tra gli utenti può esserci qualcuno che per hobby o per lavoro si dedica a restaurare, riparare, ricucire, riverniciare, ricostruire o riutilizzare un oggetto che stiamo per lasciare nel cassonetto (meglio nell’isola ecologica). Gomitoli di lana, tessuti, mobili, elettrodomestici, utensili, macchine fotografiche, tv, cellulari, componenti elettroniche, scarpe, vestiti, borse, attrezzature sportive, qualsiasi cosa (tranne alcune eccezioni indicate nelle informazioni della pagina come medicinali dietro ricetta medica o cibo).
Qualcuno getta nei cassonetti per pigrizia o per mancata conoscenza invece di far riparare, cercare interessati tra amici o recarsi in un’isola ecologica. Questa pagina consente con un piccolo sforzo (creare un post con una foto) di salvare un potenziale rifiuto!
Gli amministratori sono molto bravi (e con una pazienza infinita) nel far rispettare le regole necessarie per il buon funzionamento della pagina. Per esempio, non consentendo commenti ironici o critiche o derisioni riguardo l’oggetto magari un po’ decadente messo in regalo.
Scoprirete anche un utile canale per i vostri acquisti responsabili…a costo zero!
Diffondere questa iniziativa aiuta a diminuire ciò che diventa immondizia!
Desiderate ridurre il vostro impatto nella produzione dei rifiuti ma non sapete come fare quando avete bisogno di un capo di abbigliamento?
Sarah Lazarovic, designer e illustratrice canadese, ha trasformato la piramide dei bisogni di Maslow per riassumere il suo approccio alla ricerca di ciò di necessita. Rientrando dall’esperienza norvegese di pulizia delle coste da tonnellate di rifiuti, piena di mille propositi per aumentare l’impegno nel ridurre i consumi, la trovo perfetta da portare d’ora in poi con me nel momento in cui mi prende la smania degli acquisti. È semplice, immediata e riassume in modo efficace un approccio più responsabile verso gli acquisti!
Comprare (buy) si colloca in uno spazio limitato in cima alla piramide, prima abbiamo altre alternative:
Lasciando per ultima l’opzione dell’acquisto contribuiamo a ridurre rifiuti.
Quando non possiamo scegliere alcuna di queste opzioni, non ci resta che comprare, rivolgendoci a negozi e produttori attenti al rispetto di persone e ambiente lungo la filiera.
Stamperò la piramide per tenerla nel quadernino degli appunti che viaggia con me e… forse seguendo il consiglio dell’autrice di tatuarlo potrò riuscire a far passare gli attacchi pruriginosi di shopping che mi prendono in alcuni periodi!
“Sei libero di condividere, stampare, tatuarti addosso The Buyerarchy of Needs (solo per favore non rifarla con font assurdi. E riconoscimi il credito per favore)” – Sarah Lazarovic.
Nella rubrica di abbigliamento sostenibile approfondiremo le diverse opzioni, seguiteci!